Ora di religione, Comitato Scuola e Costituzione: "Violati diritti degli studenti esonerati"

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Ora di religione, Comitato Scuola e Costituzione: "Violati diritti degli studenti esonerati"

L'ora di religione non è seguita da tutti gli alunni a scuola, e questo causa problemi e discriminazioni.

A sottolinearlo è il Comitato Nazionale Scuola e Costituzione, tramite un articolo di Repubblica.

I genitori segnalano di continuo al comitato il fatto che non è assicurata un'ora alternativa a quella di religione, e non è garantita come ogni altra del programma scolastico, come può essere matematica, geografia o altre materie.

Ogni famiglia dovrebbe avere diritto di scegliere delle materie alternative o attività alternative all'insegnamento della religione cattolica, nel caso si decida di non farla.

Invece i genitori a volte non sanno nemmeno che c'è possibilità di scelta, ovvero che si può decidere di non frequentare l'ora di educazione cattolica, e questo è chiaramente discriminante.

In merito a queste problematiche, è arrivata al Ministero dell'Istruzione una lettera-denuncia di Matteo Viviano, il coordinatore per la Liguria del Comitato nazionale Scuola e Costituzione. 

La protesta è giunta anche all'ufficio scolastico regionale ligure, ai sindacati e a quelli provinciali.

Le attività alternative in classe non sempre vengono programmate e svolte con la stessa cura con la quale invece ci si dedica ad altri tipi di attività, o alla stessa ora di religione. 

Questa trascuratezza in realtà non ha motivo di esistere, perché gli insegnanti vengono comunque pagati dallo Stato. 

Nessuno per risolvere questa situazione fa realmente qualcosa, a parte qualche segnalazione.

Sporgere denuncia infatti intimidisce molti, si è intimoriti dal dirigente scolastico e nessuno vuole far in modo che il proprio figlio sia soggetto a emarginazione o bullismo in seguito alle denunce.

L'obiettivo finale del Cnsc è premere su chi è al vertice della scuola in provincia e in regione, ma soprattutto sul Ministero dell'Istruzione.

L'ideale sarebbe che da ogni ufficio scolastico regionale e provinciale partisse una comunicazione a presidi e dirigenti scolastici, per chiedere rispetto e garanzia dei diritti degli studenti.


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