In provincia di Brescia ancora 3.500 cattedre in attesa dei supplenti

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In provincia di Brescia ancora 3.500 cattedre in attesa dei supplenti

Il direttore dell’Ufficio scolastico territoriale Giuseppe Bonelli, intervistato dal Corriere della Sera, fa il punto in vista dell’avvio del nuovo anno scolastico, che si aspetta un po’ più impegnativo del solito.

Settimana corta contro il caro energia?

Uno dei primi punti di discussione è quello del caro energia, che inevitabilmente colpirà anche le scuole. Si inizia a parlare di settimana corta: "ci sono scuole superiori che già adesso fanno la settimana corta, ma sono quattro o cinque in tutta la provincia. Iniziare adesso sarebbe complicato - sostiene Bonelli - la didattica a distanza al sabato direi di no: già adesso è un giorno poco sentito, se lo si facesse in dad il coinvolgimento scarso sarebbe assicurato. Già adesso ci sono alcune ore che durano di meno, quelle di inizio e fine lezioni, per adattarsi al sistema di trasporto. La riduzione a 50 minuti è possibile comunque, e il monte ore annuale ridotto potrebbe essere facilmente recuperato con qualche sabato ogni tanto o altre soluzioni. Tutto questo presuppone una certa flessibilità e, soprattutto, richiederebbe un intervento normativo".

A Brescia 3.500 supplenti ancora da inserire

Dopo le assunzioni in ruolo in provincia di Brescia si dovrebbe riuscire a fare le nomine per le supplenze annuali tra il 5 e il 9 settembre, in modo da iniziare il 12 con la gran parte dei docenti in cattedra. L’inasprimento normativo introdotto (l’impossibilità di rifiutare la nomina, pena il saltare un giro per l’intero anno) dovrebbe inoltre facilitare un po’ le cose. Dopodiché parliamo comunque di 3.500 supplenti da inserire, di un un turn over elevato con tantissimi pensionamenti. "Quest’anno è aumentato anche il numero di scuole in reggenza perché non abbiamo trovato un numero sufficiente di presidi" rivela Bonelli.

Riguardo possibili soluzioni, il direttore Ust afferma: "il territorio è molto esteso e non ci sono incentivi al trasferimento. La regola per cui devi restare 3 anni nella cattedra assegnata vale a Brescia in città come a Ponte di Legno. Credo che per certe situazioni questa regola dovrebbe essere adattata. Col sostegno il discorso è simile: una maggiore flessibilità sul tempo in cui devono restare sulla stessa cattedra aiuterebbe, invece prima facciamo i rigidi e poi ci ritroviamo a coprire i posti, anno dopo anno comunque, con personale non specializzato per questo ruolo. Non è questione di reclutamento regionale, ma sicuramente bisognerebbe avere un sistema più flessibile e lavorare sulle opportunità già esistenti, come ad esempio il contratto integrativo".

La scuola è sempre trascurata dai programmi elettorali. Secondo Bonelli, il tema scuola è "sempre delicato e di solito fa perdere più voti di quanti ne faccia guadagnare. Però a dire il vero la scuola ha tenuto banco per qualche ora al meeting di Rimini quando c’è stata la proposta di Letta sull’innalzamento dell’obbligo scolastico. Personalmente, non tanto sull’infanzia, ma sull’innalzamento a 18 anni mi sembra una proposta sensata: l’obbligo a 16 anni che abbiamo adesso è anomalo perché in realtà concludi a metà strada rispetto ai percorsi scolastici attualmente esistenti in Italia".

«Tre anni di Covid hanno comportato un deficit di apprendimento»

Chi si è diplomato è uscito con una proposta formativa minore. Per chi è ancora a scuola questo è l’anno giusto per recuperare e consolidare. "Mi aspetto un anno un po’ più pesante rispetto al solito - conclude Bonelli - ma invito studenti e famiglie a considerarla una fatica utile e necessaria".


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