Crisi di governo a un passo. Cosa può cambiare nel mondo della scuola? Il reclutamento docenti primo tema a rischio modifiche. 

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Anche l’ultimo tentativo di salvare il governo italiano dal baratro è fallito. Ci aveva provato il ministro dei Rapporti per il Parlamento Federico d’Incà (M5S) che aveva proposto ai capigruppo di evitare la fiducia sul DL Aiuti, votando articolo per articolo.

Il premier Draghi ha però fermato l’iniziativa spiegando come la fiducia “sia l’unica via percorribile”. Al momento del voto, come annunciato ieri dal presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, i parlamentari pentastellati usciranno dall’aula aprendo ufficialmente la crisi di governo.

Cosa succederà nel mondo della scuola?  

Per quanto riguarda il mondo della scuola la crisi di governo si inserisce proprio a pochi giorni di distanza dall’approvazione in Parlamento della riforma che ha modificato le regole del reclutamento degli insegnanti e istituito nuovi processi per la formazione continua. 

All’approvazione si era arrivati dopo una lunga battaglia politica che aveva visto confronti serrati tra le diverse forze di governo e pure tra gruppi parlamentari e governo stesso. Ora però mancano le norme applicative, quelle che spiegheranno nel dettaglio alcuni elementi della riforma, a cominciare dal modo in cui verrà trattato il percorso abilitante di 60 CFU, comprensivo di un tirocinio, obbligatorio per diventare docenti. 

Si parlava di un numero chiuso per questo corso abilitante, calcolato sulla base delle necessità numeriche di docenti anno dopo anno. La Lega Nord si è già mostrata contraria al numero limitato di ingressi e in caso di cambiamenti nel governo o di nuove elezioni la partita sul tema del reclutamento dei docenti potrebbe riaprirsi. 

Non solo. Verrebbero messe in discussione le risorse della scuola nella prossima legge di bilancio, fondamentali per il numero di assunzioni e rifinanziamento delle attuali misure previste. Sullo sfondo, poi, c’è la questione del ritorno in classe con il nuovo protocollo di sicurezza da approvare e le disposizioni collaterali in vista del nuovo anno scolastico, come le mascherine. Un governo spostato più a destra, come le indicazioni di voto farebbero ad oggi prevedere, lascerebbe presagire normative sempre meno stringenti.


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