Studenti in piazza contro Di Maio e Salvini in oltre 70 città italiane

di: Angela Mantovani - 05/03/2019

Sono iniziate oggi e continueranno anche domani le proteste in settanta città italiane contro il governo Di Maio-Salvini, per chiedere più investimenti per la scuola.

In piazza sono state bruciate le bandiere della Lega e del Movimento 5 stelle, nel corso del corteo “No Salvini Day”.

Gli studenti protestano perché secondo loro si sono avute solo promesse e tagli sui finanziamenti, mentre chiedono l'approvazione dei loro emendamenti alla manovra.

A richiederlo è in particolare Giacomo Cossu, il Coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza, Link e Udu.

Infatti, per l'Università e per il diritto allo studio non sono state destinate altre risorse nella Legge di Bilancio, e il Ministro dell'Istruzione Bussetti dice che: “bisogna scaldarsi con la legna che si ha”.

Poco dopo sono infatti saltati 29 milioni di euro di tagli: 14 sulla scuola e 15 sull'università.

Quali sono i temi in discussione

Ci sono le disuguaglianze e l'alternanza scuola lavoro, l'edilizia scolastica e gli investimenti, la legge di bilancio, le scuole sicure e il numero chiuso universitario.

Due giorni fa, per anticipare il corteo, un gruppo di studenti ha protestato all'ingresso del Provveditorato degli Studi, sono stati accesi fumogeni e depositate macerie per sottolineare le condizioni di precarietà degli edifici scolastici.

Sono stati anche affissi dei manifesti con Salvini raffigurato come un ratto e altri con il vicepremier colpito con un libro da uno studente.

Il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, ha dichiarato che le manifestazioni degli studenti ci sono perché le scuole stanno crollando, e a ragione. 

Sarebbe da capire per quale i fondi necessari nessuno li ha spesi, anche perché ci sono. Forse, suggerisce la Lezzi, non ci sono investimenti perché non ci sono ritorni elettorali immediati.