Il 21 maggio scadono i termini per presentare i progetti inerenti al Piano Scuola per l'estate previsto dal MIUR.
Molti docenti precari stanno osservando con attenzione lo sviluppo del programma, perché potrebbe rivelarsi una concreta occasione di lavoro.
Infatti, essendo l'adesione su base volontaria, è verosimile che molti docenti di ruolo preferiscano non aderire, dopo aver vissuto gli due anni scolastici, molto intensi e pesanti, a causa di Covid e didattica a distanza.
Nella fase 1 del progetto, ovvero quella prevista per il mese di giugno, le istituzioni scolastiche potranno proporre:
L’adesione degli insegnanti è volontaria e dunque non obbligatoria. Lo ha confermato anche Cristina Grieco, la consigliera del Ministro Patrizio Bianchi nel corso del dibattito su Orizzonte Scuola Talk dell’11 maggio: le attività “potranno essere declinate in modo diverso a seconda delle esigenze”, mentre sull’utilizzo del personale scolastico, Grieco specifica: “Non c’è obbligo di impegno per gli insegnanti”.
Il Progetto Scuola per l'estate potrebbe quindi diventare interessante per quei docenti che da poco hanno iniziato la carriera di insegnante tramite le supplenze, per lo più brevi e saltuarie, o le cosiddette "supplenze Covid".
Anche per questo i sindacati avevano proposto di allungare almeno fino al 30 giugno i contratti dei supplenti Covid, che ammontano a 75mila unità fra docenti e personale Ata, i quali termineranno il loro rapporto di lavoro al termine delle attività didattiche ordinarie a causa di mancanza di copertura economica. Potrebbero però proprio essere gli stessi che decideranno di tornare a scuola per le attività estive di giugno, anche tramite l'invio della messa a disposizione.
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