Biella, Prof travestiti da attori per il calendario di Natale. La storia di uno degli istituti più premiati in Italia.

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Biella, Prof travestiti d’attori per il calendario di Natale.

Nel piccolo comune di Mosso (1.500 abitanti, in provincia di Biella) c’è una scuola che da tempo fa parlare di sé a livello nazionale e pure mondiale…

Si tratta della scuola media “Alberto Garbaccio”, da due anni nella lista delle 20 scuole più innovative d’Italia e il cui professore Giuseppe Paschetto è stato candidato al Global Teacher Prize 2019, ovvero la lista dei 50 migliori insegnanti del mondo.

Da diversi anni questo istituto porta avanti un’iniziativa natalizia, con i docenti che diventano protagonisti di un calendario a scopo benefico, i cui proventi vengono devoluti a Casa Ugi, un’associazione che sostiene le famiglie di piccoli pazienti oncologici.

Quest’anno siamo alla quinta edizione e gli insegnanti si sono superati interpretando gli attori protagonisti di alcuni tra i film più conosciuti. Sono così state ricreate scene del Titanic, di Kill Bill, di Grease, Mary Poppins, Il Padrino, Mrs Doubtfire, Vacanze Romane... Trovate qua il calendario completo.

Un istituto fuori dal comune

Calendario a parte, sono tante le caratteristiche di questo istituto che lo hanno reso qualcosa di unico.

Due mattine a settimana, secondo una turnazione prestabilita, le lezioni si tengono fuori dall’istituto per favorire il benessere psicologico ed emotivo degli studenti. Aule diventano così i cortili dell’istituto, una cascina nel bosco (l’aula verde), la piazza del paese o altre strutture storiche della zona, con il tempo outdoor visto non come svago ma come una modalità alternativa di apprendimento.

Restando in tema, per cementare le relazioni tra alunni e tra alunni e docenti, viene organizzata una gita con pernottamento già nelle prime settimane di scuola. “È un modo per fare gruppo – spiegano – e familiarizzare con l’outdoor education e la metodologia cooperativa, che contraddistinguono il nostro approccio didattico-educativo”.

La metodologia cooperativa si vede anche nella disposizione dei banchi delle classi, posti “ad isola” nell’ottica di una co-costruzione del sapere.

Poi ci sono i laboratori di mestieri pomeridiani come cucina, restauro, arredamento, fotografia, murales, teatro, yoga… La riduzione graduale dei libri di testo, sostituiti dall’utilizzo della realtà come stimolo, per sviluppare le capacità di costruire le proprie competenze in maniera permanente e non estemporanea.

I compiti a casa ridotti all’essenziale, un’ora alla settimana è dedicata “all’accoglienza” per creare un ambiente in cui i ragazzi imparino a confrontarsi ed è stato attivato un progetto di “learning by doing” con cui costruire postazioni di gioco fisse in diverse zone della città

“Noi crediamo in una tipologia di scuola che non sviluppi soltanto la mente critica, ma anche la capacità di prendersi cura del cuore e di tutto ciò che ruota intorno alle emozioni. Una scuola in cui si apprende insieme e non da soli”. 

“Una scuola dell’empatia in cui ciascuno possa sentirsi libero di esprimere le proprie fragilità, senza sentirsi emarginato o giudicato”.


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