Trentino-Alto Adige, in aumento gli studenti con DSA: in sette anni dal 2.6% al 4.9%. E mancano gli insegnanti di sostegno

di: Lucio Petrone - 09/11/2022

Continuano ad aumentare gli studenti con BES e DSA, ma non ci sono mai abbastanza insegnanti di sostegno.

Questa volta a riportarlo è L'Adige.it, che sottolinea come dall'anno scolastico 2014/2015 al periodo 2016/2017 l'Alto Garda e Ledro ha raddoppiato il numero di studenti con BES, ovvero che hanno bisogni educativi speciali, a causa di condizioni di disabilità fisica, psichica o sensoriale, di disturbi specifici di apprendimento (DSA) o in svantaggio socioeconomico.

In Trentino i dati mostrano un aumento progressivo delle certificazioni di disabilità ai fini dell'inclusione scolastica: quest'anno ci sono 2.217 studenti certificati dalla legge 104/92, mentre 2.993 gli alunni con DSA certificati dalla legge 170/2010.

Nell'anno scolastico 2014/2015 l'Alto Garda e Ledro, che presenta 23 strutture del primo ciclo d'istruzione e 13 del secondo, registrava 230 alunni con disabilità (uditiva, psicofisica, visiva) e 170 con DSA su 6.539 iscritti; dal 2015/2016 le disabilità erano 241 mentre le certificazioni da DSA sono diventate 197 su 6.538 iscritti, aumentando a 267 nel 2016/2017 su 6.620 iscritti, a 299 su 6.632 iscritti nel 2017/2018 e a 332 su 6.736 iscritti nel 2018/2019.

In sette anni scolastici, le scuole sono passate dall'avere il 2.6% degli studenti certificati DSA al 4.9% nel 2018/2019 (media provinciale 5.1%).

Mancano educatori e insegnanti di sostegno

La mancanza di educatori e insegnanti di sostegno, sollevata da molti genitori a fronte della legge 104 - promotrice della piena integrazione – è dovuta alla storica carenza di insegnanti specializzati.

Sempre su L'Adige.it, viene riportata la seguente testimonianza: “Mio figlio, in terza elementare, ha incontrato la maestra di sostegno e l'educatrice al decimo giorno di scuola - racconta una mamma di Riva - purtroppo, non sono le stesse dello scorso anno e questo spezza la continuità attitudinale e di apprendimento. Abbiamo retto la tensione e l'angoscia grazie allo straordinario lavoro delle maestre di ruolo e alle competenze di chi ha appena iniziato a seguire mio figlio, ma altri bambini possono non essere altrettanto fortunati. Sarebbe un grande aiuto garantire la continuità negli anni a venire, si tratta però di una scelta politica”.