La scrittura in corsivo sta scomparendo. Uno scienziato spiega cosa ci stiamo perdendo (e perché la colpa non è dei bambini).

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La scrittura in corsivo sta scomparendo

Non c’è alcuna ricerca scientifica a dimostrarlo ma non è da escludere che nel 2022 i ragazzi italiani che hanno utilizzato il corsivo a scuola siano stati in numero inferiore a quelli che il corsivo lo hanno parlato. Se non avete colto il riferimento, forse, è un bene..

Battute a parte, quello della perdita dell'abitudine a scrivere in corsivo è un fenomeno che (ammesso sia un problema) esiste, con le nuove generazioni ormai abitutate a scrivere su tastiera, uno strumento più rapido e più utile nella vita quotidiana. 

Non solo, quando “obbligati” a scrivere per testi o esami, la maggior parte dei ragazzi lo fanno in stampatello minuscolo, ben accettato dalla grande maggioranza dei professori. 

Ma cosa si perde dimenticandosi la scrittura corsiva? 

Lo scienziato Piero Crispiani - presidente del COMIS (Cognitive Motor International Society), direttore scientifico del Centro Internazionale Disprassia e Dislessia, nonché professore all’Università di Macerata e alla Link Campus University di Roma – ha provato a spiegarlo al sito OrizzonteScuola.

Per lui, i vantaggi che lo scrivere in corsivo comporta sono sintetizzabili in questo elenco: 

  • Velocizza la scrittura e dunque il pensiero 
  • Potenzia lo scorrimento da sinistra a destra, essenziale anche in tanti altri aspetti della vita 
  • Rende fluida la scrittura 
  • Rende unitaria la parola scritta, in senso grafico ma anche simbolico 
  • Coordina meglio nello spazio e nel tempo, due elementi fondamentale del pensare e dell’agire umano 
  • Impegna il bambino e lo porta alla corretta maturazione 

“Perdere il corsivo è un errore grave, sottovalutato da molti e sacrificato alla tendenza di assuefarsi a tutto ciò che si fa abitualmente” ha aggiunto il professore. 

“La scrittura in stampato e la scrittura su tastiera non devono escludere le competenze formative di base, quelle che sviluppano le funzioni neurofisiologiche: motorie, spazio-temporali o sintattiche. E questo è particolarmente importante quando si è in presenza di disturbi funzionali come dislessia o disgrafia”. 

Per Crispiani però non c’è alcuna resistenza alla scrittura in corsivo da parte degli alunni. “È solo desuetudine e mancata pratica. Basta dire loro di scrivere in corsivo e in pochi giorni sono capaci di riacquisire la competenza”.

Insomma lo scrivere in corsivo non è un semplice esercizio di stile, e la battaglia che lo vede contrapposto alla scrittura su tastiera o in stampatello tocca temi più complicati della maggiore praticità di queste ultime. 


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