Concorso 2018, sentenza Tar: i dottori di ricerca ammessi ai concorsi riservati Fit

di: Alberto Murzia - 04/01/2019

Anche chi è dottore di ricerca è stato ammesso al concorso riservato per il tirocinio di tre anni denominato FIT.

È arrivata il 26 marzo la sentenza del Tar del Lazio, ovvero il giorno in cui è in scadenza il termine per la presentazione delle domande per partecipare al concorso per docenti abilitati.

La sentenza dice che il dottorato è equiparabile all'abilitazione per diventare insegnante.

A riportare la notizia è IlFattoQuotidiano.it:

“Per il momento riguarda solo 500 persone, ma se il ricorso creasse un precedente sarebbero guai seri per il Ministero: vacillerebbe l’intera fase transitoria, che col numero di candidati dilatato non sarebbe più sostenibile”.

La fase transitoria del Fit

Il Fit prenderà il via in modo transitorio per poi portare assunzioni a tempo indeterminato.

La fase transitoria è destinata agli insegnanti abilitati che non hanno superato i concorsi del 2016 e del 2013, e prima o poi saranno assunti, in base alla posizione della graduatoria.

Nell'ultimo concorso, punteggi alti sono stati riconosciuti a chi aveva un dottorato, ma non è stato riconosciuto al dottorato il valore di abilitazione. 

L'abilitazione invece è un requisito d'accesso per molti concorsi.

Il Ministero per l'Istruzione invece non ha mai voluto comparare il possesso di Ph.D all'abilitazione, ma i giudici non la pensano così.

Per il Tar il Miur deve assicurare che le domande siano assicurate e che si ammetta la parte ricorrente a partecipare alla prova del concorso.

I non abilitati invece non hanno accesso al portale di iscrizione. 

Quelli che sono ammessi per primi, devono anche essere iscritti nella terza fascia, e avere avuto incarichi di supplenza.

La diversità dell'abilitazione e del dottorato è innegabile, ma ci può essere l'equiparazione dei due percorsi. 

Con il dottorato, le lezioni sono di tipo nozionistico, mentre la parte che riguarda i tirocini e la pedagogia è sostituita dalle esperienze sul campo.

Per gli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, che curano il ricorso, "il percorso è ancora lungo, ma questi pronunciamenti sembrano aprire un nuovo fronte: noi crediamo che il dottorato sia un titolo apicale e meriti di essere valorizzato. È anche una questione sociale: questi giovani rappresentano l’eccellenza universitaria, ma non potranno mai fare carriera in campo accademico in un sistema così bloccato. Almeno diamo loro uno sbocco nella scuola”.

Le prossime udienze sono programmate in autunno (quelle riferite al concorso 2016) e da quel momento si comprenderà come si orientano i giudici.

Al Concorso, in ogni caso, tanti dottori di ricerca parteciperanno per diventare insegnanti.