L’Alto Adige registra un vero e proprio boom dell’homeschooling, ovvero dell'istruzione casalinga. Sono ormai quasi 600 i bambini e ragazzi, soprattutto di famiglie no mask, che non vanno a scuola.
Secondo regolamento, andrebbero istruiti dai genitori a casa, ma la Provincia di Bolzano teme che questo, almeno in alcuni casi non avvenga, e che i figli siano perciò abbandonati a loro stessi per quanto riguarda la formazione.
Per questo motivo il Consiglio provinciale intende discutere di un’eventuale stretta. Secondo l’assessore all’istruzione di lingua tedesca Philipp Achammer “al momento le richieste di istruzione parentale in Alto Adige – solo nelle scuole di lingua tedesca – sono 575. Questo tipo di istruzione è un diritto, ma dall’altra parte c’è anche il diritto del bambino ad accedere all’istruzione”, sottolinea Achammer.
“Per questo dobbiamo avere più possibilità di verificare se il diritto del bambino viene tutelato e di agire se non viene tutelato, perché non ci possono essere solo i motivi delle misure covid per strappare il bambino dalla scuola. Dall’altra parte c’è anche una responsabilità dei genitori che devono tutelare il diritto del bambino”, così Achammer. Per l’assessore all’istruzione di lingua italiana, Giuliano Vettorato “l’istruzione parentale è prevista dalla Costituzione e come tale va rispettata. Con questo disegno che presentiamo in aula cerchiamo di normarla, proprio per garantire quel grado di istruzione ai ragazzi e fare una verifica del grado di istruzione raggiunto. Intendiamo anche prevedere che le domande di istruzione parentale vengano presentate entro l’estate, a differenza di quanto avviene ora, visto che attualmente possono essere presentate in ogni periodo dell’anno. Infine, sono previsti dei controlli periodici ed un esamino finale, proprio per verificare che i ragazzi abbiano seguito il programma”, ha spiegato Vettorato.
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