Cos'è il «furto di formazione»: le conseguenze del divario tra le scuole di Nord e Sud Italia

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Cos'è il «furto di formazione»: le conseguenze del divario tra le scuole di Nord e Sud Italia

Il divario dei servizi scolastici tra Nord e Sud si fa sempre più grande. A dirlo è un'indagine di Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, impegnata sul tema del divario tra nord e sud, nell’istruzione e nelle infrastrutture scolastiche. 

Il settimanale L'Espresso in un articolo approfondisce il problema, che ha un nome ben preciso: "furto di formazione", e prende come esempio la giornata tipo di due bambini, che abitano rispettivamente a Firenze e a Napoli: "Carla e Fabio sono due bambini della stessa età. Hanno 10 anni e frequentano la quinta elementare. Carla vive a Firenze e pranza a scuola, per questo segue una dieta bilanciata come l’85 per cento dei bambini in Toscana che hanno accesso al servizio di mensa. Il pomeriggio, più volte a settimana, si ferma per giocare a basket, altre per fare i compiti. In un anno Carla, grazie al tempo pieno, svolge 1.226 ore di formazione.

Fabio invece vive a Napoli. Dove l’80 per cento dei bambini non ha il servizio mensa. Così per pranzo torna a casa oppure mangia cibo già pronto, preconfezionato. Fabio ha un rischio doppio di essere obeso o in sovrappeso rispetto a Carla anche perché non può fermarsi a scuola per fare attività fisica dopo le lezioni, visto che l’83 per cento degli istituti in Campania non ha una palestra. Fabio in un anno ha garantite dallo Stato mille ore di formazione. Circa 200 in meno rispetto a Carla che alla fine del percorso di istruzione elementare è come se avesse frequentato un anno intero in più".

Niente mensa, palestra e tempo pieno: le mancanze delle scuole del Sud

 

Secondo l’ultimo rapporto Svimez, nella scuola primaria la percentuale di alunni che frequenta il tempo pieno nelle regioni meridionali è del 18 per cento, mentre la media del resto d'Italia supera il 48 per cento.

In Sud Italia circa 650 mila alunni delle scuole primarie non beneficiano del servizio di mensa, 550 mila non hanno una palestra. Questi divari nelle infrastrutture hanno conseguenze negative anche sullo stile di vita e sulla salute della popolazione: al sud quasi un minore su tre, tra i 6 e i 17 anni, è in sovrappeso. Nel Centro-Nord la media è di uno su cinque. Più grave ancora la differenza sull’aspettativa di vita: al sud è di tre anni in meno rispetto a chi vive più a Nord.

Al Sud non si investe nell'istruzione

Lo studio Svimez fa emergere anche il progressivo disinvestimento che colpisce da anni il settore dell’istruzione in Italia soprattutto al sud.

Secondo i dati, tra il 2008 e il 2020 la spesa complessiva in termini reali si è ridotta del 19,5 per cento, ben oltre 8 punti percentuali in più del Centro-nord. Per il Direttore di Svimez, Luca Bianchi: «Il quadro che emerge dai dati, e che rischia di rafforzarsi ancor più se passano le proposte d’autonomia, è quello di adattare l’intensità dell’azione pubblica alla ricchezza dei territori, con maggiori investimenti e stipendi nelle aree che se li possono permettere, pregiudicando proprio la funzione principale della scuola che è quella di fare uguaglianza».


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