In Trentino gli insegnanti iniziano a lavorare in ritardo, sindacati: "scuola rimproverata e penalizzata invece che valorizzata”

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In Trentino gli insegnanti iniziano a lavorare in ritardo, sindacati: "scuola rimproverata e penalizzata invece che valorizzata”

In Italia i supplenti di lungo periodo inizieranno a lavorare (e ad essere pagati) i primi di settembre, per familiarizzare in questo delicato anno di ripartenza con i vari protocolli e le norme di sicurezza anti-contagio: in Trentino invece entreranno in classe il primo giorno di scuola insieme agli studenti perché, dice la Pat (Provincia autonoma di Trento), mancano i soldi”. A dirlo Cinzia Mazzacca (segretaria generale di Flc Cgil) dopo un incontro in cui sono state delineate le questioni tecniche relative alla ripresa dell'anno scolastico. A riportarlo, il quotidiano web "Il Dolomiti".

“È un problema non da poco – continua Mazzacca – l'anno scorso è stato consentito al personale docente di prendere servizio prima dell'inizio delle lezioni proprio per motivi organizzativi. Quest'anno invece la Pat ha detto no perché in Provincia, a quanto pare, mancano i fondi”.

Nel resto d'Italia, dice la sindacalista, sarà invece possibile iniziare a lavorare dal primo di settembre, garantendo quindi al personale un lasso di tempo piuttosto lungo per la preparazione in vista della ripresa delle lezioni. “Preparazione che, quest'anno in particolare – sottolinea la sindacalista – assume un ruolo fondamentale per l'importanza del rispetto dei protocolli e delle norme igienico-sanitarie”.

“Chiediamo sempre che il personale docente possa iniziare a lavorare prima dell'inizio delle attività didattiche – ribadisce Stefania Galli, della Cisl – per organizzare al meglio tutte le attività propedeutiche e per aiutare i precari che, nell'ambito scolastico, sono ormai diventati 'storici'. Il 6 settembre i supplenti anche nelle scuole d'infanzia si troveranno a cominciare le attività insieme ai bambini”.

“In Trentino il grosso dei supplenti a lungo periodo, che avranno quindi incarichi per tutto l'anno scolastico – aggiunge Mazzacca – rientrerà in classe il primo giorno insieme ai ragazzi. In questo modo si potrà evitare di pagare gli stipendi fino al 13, risparmiando così dei fondi, ma si creerà al contempo un problema organizzativo non da poco, che dovrà essere gestito nel primo periodo all'interno dei vari istituti”. A livello nazionale invece si è “ritenuto doveroso” far riprendere le attività del personale docente dal primo di settembre, dice la segretaria generale di Flc Cgil. 

Personale extra dimezzato

Rispetto allo scorso anno, conclude Mazzacca, il personale 'extra' (tra Ata, collaboratori scolastici e docenti) è stato tagliato di circa la metà. “Senza le classi 'sdoppiate' – dice infatti la sindacalista – sono stati previsti una settantina di docenti per potenziare là dove c'è bisogno, ma non stiamo certo parlando dei numeri dell'anno scorso”.


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