Sostegno, sentenza a Roma: "Alunno disabile ha diritto a 18 ore di insegnamento a domicilio"

di: Alberto Murzia - 17/01/2019

Una malattia grave e la richiesta di lezioni a domicilio: la risposta è stata la concessione di 6,69 ore alla settimana, a fronte della necessità di averne 18.

È il Fatto Quotidiano a riportare la notizia, e spiega nell'articolo l'origine della vicenda.

Il protagonista è il quattordicenne Loris (nome di fantasia) ed è stato vittima di una condotta discriminatoria, in base a quanto riportato dal giudice Silvia Albano.

I genitori si sono rivolti a tutte le istituzioni possibili: prima alla scuola, fino ad arrivare al Miur, infine al presidente della FIRST, Federazione Italiana rete sostegno persone con disabilità.

La sindrome di George è la sindrome di cui soffre l'alunno, e la disabilità è certificata dal Bambin Gesù, l'ospedale pediatrico. L'Asl di Torino ha fatto invece la diagnosi funzionale.

Sembra insomma che non manchi niente per poter beneficiare dell'istruzione domiciliare.

È stato anche fatto un Pei, ovvero un Piano Educativo Personalizzato, come si procede in questi casi, e le ore a domicilio necessarie sono state riconosciute come massime.

Le ore assegnate però non sono appunto quelle necessarie, ovvero 18, ma 6,69.

4 ore di sostegno sono dunque state assegnate a Loris. Le restanti lezioni sono state erogate tramite collegamenti Skype e insegnanti curriculari.

La scuola ha provato ad aiutare la famiglia, scrivendo anche al Miur, ma non è servito a nulla. 

Un ricorso urgente è stato fatto, e in 4 giorni il giudice ha obbligato gli insegnanti di sostegno a svolgere le diciotto ore a casa dell'alunno.

A giugno è stata fissata l'udienza. Questa ordinanza è storica, perché il principio di tutela massima è stato applicato in caso di assistenza domiciliare.

Non vanno quindi fatte discriminazioni tra ragazzi disabili e gli altri alunni.

Il giudice si è espresso anche nella sezione "Diritti della persona e immigrazione civile" in merito alla vicenda.