Scuola Primaria in crisi: boom di interpelli, le cattedre riempite da laureati non abilitati

scuola primaria

Un vero e proprio cortocircuito sta travolgendo la scuola italiana: le supplenze alla scuola primaria vengono sempre più spesso affidate a docenti con titoli destinati alla secondaria.
Il motivo? La carenza cronica di insegnanti abilitati alla primaria, soprattutto nelle regioni del Nord.

I sindacati parlano di una situazione critica: da un lato la mancanza di giovani insegnanti formati, dall’altro un corpo docente con un’età media sempre più elevata. Il risultato è un sistema costretto a ricorrere a laureati “prestati” da altri percorsi universitari pur di garantire la copertura delle classi.


I titoli di accesso alla primaria: troppo pochi per coprire le esigenze

Ad oggi i titoli validi per insegnare alla scuola dell’infanzia e primaria sono soltanto due:

  • il diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/2002;

  • la laurea in Scienze della Formazione Primaria.

Quest’ultimo corso permette già di accedere alle supplenze dopo i primi 90 o 150 CFU, ma il numero di studenti iscritti e laureati non è sufficiente a coprire le cattedre vacanti.

Risultato: centinaia di interpelli aperti ogni giorno, spesso con scadenze urgentissime.


Nuove strade per l’abilitazione?

Secondo diversi sindacalisti, tra cui Craparo, sarebbe necessario aprire nuovi percorsi abilitanti anche a chi possiede lauree diverse, con eventuali integrazioni formative.
Il rischio, tuttavia, è che la misura venga introdotta “a invarianza di organico”, come accaduto con l’educazione motoria nella primaria: nuovi insegnanti sì, ma con la sottrazione di posti alle discipline tradizionali.


Il paradosso del punteggio

C’è un aspetto che penalizza molti supplenti: un servizio svolto alla primaria senza il titolo di accesso viene pagato regolarmente e riconosciuto a livello contributivo, ma non dà punteggio nelle classi di concorso della secondaria.
Lo chiarisce la nota ministeriale del 22 luglio 2020, che continua a generare frustrazione e incertezze tra i docenti.


Interpelli aperti: la caccia ai supplenti

In questo momento le scuole stanno pubblicando a raffica interpelli per coprire le cattedre di primaria. La situazione più grave è nelle regioni del Nord, dove la carenza di insegnanti è ormai strutturale.
Per chi cerca un incarico, le opportunità non mancano: ma resta il segnale allarmante di un sistema che procede a rattoppi, invece di affrontare il problema alla radice.


Conclusione

La scuola primaria italiana è in crisi: non ci sono abbastanza insegnanti abilitati, mentre chi vuole insegnare incontra barriere burocratiche e normative che frenano il ricambio.
Un paradosso che rischia di lasciare i bambini senza maestri e che, senza interventi concreti, continuerà a generare emergenze e supplenze disperate.



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