Crepet sui telefonini in classe: “Sono una droga, vietarli è giusto e migliora la vita degli studenti”

di: William Marzi - 21/12/2022

La gestione dello smartphone a scuola è un argomento delicato, tornato a generare forti discussioni dopo l’annuncio del Liceo paritario Malpighi di Bologna che ha vietato del tutto la presenza dei dispositivi all’interno dell’istituto.

Vanno consegnati all’ingresso e li si rivedono all’uscita, nessuna possibilità di utilizzarli nemmeno a ricreazione e la scelta del Malpighi non è isolata.

L’opinione di Paolo Crepet

Sulla questione è arrivato anche il duro intervento dello psichiatra, e noto volto televisivo, Paolo Crepet che si è dichiarato “d’accordo con il preside e felice per i ragazzi”.

“È giusto arrivare ad una soluzione un po’ più drastica. Lo scorso anno ci sono statesperimentazioni simili in altri istituti italiani e la cosa più interessante è stata la reazione dei ragazzi”. 

“Vietare i telefonini comporta un netto calo dell’aggressività, un aumento netto di capacità cognitive, memoria e attenzione e, soprattutto, un aumento netto delle relazioni sociali ed emotive” ha spiegato Crepet all’agenzia di stampa AGI.

“I telefonini sono utilizzati anche in classe e durante le lezioni anche perché sono una droga. Se si riesce ad interrompere questa dipendenza si fa del bene ai giovani e allo studio”. 

La normativa italiana

Un sondaggio del sito studenti.it ha portato alla luce come un istituto su quattro preveda la consegna dello smartphone, per quanto nella maggior parte dei casi ne venga permesso l'utilizzo durante la ricreazione.

In Italia è concesso ad ogni istituto di adottare il proprio regolamento, ma la Direttiva 104 del 2007 chiarisce che l’utilizzo dello smartphone è vietato. Non c’è divieto di portarlo a scuola, ma va tenuto spento durante le lezioni, anche per evitare che con foto, filmati o registrazioni venga violata la privacy di alunni e docenti.