Covid e scuola, insegnanti protestano a Roma: "Mancano i dispositivi di sicurezza"

di: Carla Sandrelli - 28/10/2020

Gli insegnanti e le educatrici delle scuole dell’infanzia di Roma si sono radunati in piazza del Campidoglio senza superare le 150 persone, così come prescrivono le regole Covid. Quello che chiedono a gran voce al comune è di aumentare l’organico e di consegnare mascherine più adeguate per la protezione individuale, come le ffp2.

"La carenza di personale ci costringe a lavorare spesso da sole con 7 bambini, senza la possibilità di andare al bagno per ore”, racconta una delle educatrici. "Le insegnanti di sostegno vengono spostate per coprire i buchi – le fa eco un’altra insegnante – così nello stesso tempo il bambino diversamente abile rimane da solo senza accompagnamento”. Con rischi, spiegano, anche per la tenuta dei protocolli di sicurezza anti-Covid.

A organizzare il presidio sono state le sigle sindacali unite: Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Roma Capitale Rieti, Uil Fpl Roma e Lazio e Csa.

"Mancano personale e risorse, con covid organizzazione nel caos"

"In tanti denunciano la mancanza dei dispositivi di protezione e manca un coordinamento a livello comunale, ogni municipio va per i fatti suoi" spiega a RomaToday Giancarlo Cosentino, segretario della Cisl Funzione pubblica Roma e Lazio - abbiamo chiesto alla sindaca Raggi di riprendersi la delega e rimuovere Mammì (l'assessore alla Scuola, ndr), così che la scuola possa ripartire davvero in sicurezza. Servono attori politici in grado di prendere scelte precise". Parliamo di 9mila insegnanti per la fascia di bimbi che va da 0 a 6 anni, impiegate in 500 plessi cittadini, e di un servizio che interessa 48mila famiglie a Roma. 

Totalmente riorganizzato per la riapertura di settembre post coronavirus, il nuovo impianto di asili e materne organizzato per gruppi isolati di bambini sempre con gli stessi insegnanti, sta dando diversi segni di cedimento. Mancano le maestre per le supplenze, e spesso chi ha contratti di assunzione cosiddetti al 100% delle ore, viene sostituito con chi ha contratti al 75 e non può coprire quindi tutte le ore necessarie. Oltre alla mancanza di mascherine adeguate inoltre, i cosiddetti "referenti covid" non sarebbero adeguatamente formati.