Dopo la Festa della Mamma: qual è la condizione dei docenti-genitori?

Giovane docente che abbraccia due bambini

La Festa della Mamma è spesso occasione per riflettere sul ruolo delle madri nella società. Ma nella scuola, dove il personale docente è in gran parte femminile, è anche il momento giusto per approfondire la condizione di chi ogni giorno vive un doppio ruolo: educatore a scuola e genitore a casa. Quali diritti hanno le mamme e i papà insegnanti? E quali ostacoli incontrano, in particolare se sono precari?

I diritti dei docenti-genitori

Il contratto collettivo nazionale del comparto scuola, insieme alla normativa generale, garantisce diverse tutele:

  • Congedo di maternità/paternità: riconosciuto anche ai docenti a tempo determinato, con piena retribuzione a carico dell’INPS.

  • Congedo parentale: fino a 10 mesi complessivi, fruibili da entrambi i genitori, anche in modo frazionato.

  • Permessi per malattia dei figli: variabili in base all’età dei bambini.

  • Part-time e orari agevolati: in presenza di figli piccoli, è possibile richiedere la riduzione dell’orario di lavoro.

Tuttavia, se sulla carta i diritti sono chiari, nella pratica spesso emergono situazioni di disagio, soprattutto per i docenti non di ruolo.

Criticità specifiche per i docenti-genitori (soprattutto precari)

Chi lavora nella scuola da supplente e desidera diventare genitore può incontrare difficoltà non legate alla legge, ma alla gestione concreta da parte delle scuole. Tra le principali criticità:

  • Timore di discriminazioni non esplicite: alcune docenti temono che, dopo un’assenza per maternità, non vengano più riconvocate, anche se formalmente tutelate.

  • Pregiudizi culturali: la scelta di accettare una supplenza e poi andare in maternità viene, talvolta, percepita come “scomoda” dalle segreterie, nonostante sia perfettamente legittima.

  • Disinformazione diffusa: non tutte le scuole forniscono indicazioni corrette o supporto per attivare i diritti previsti in caso di gravidanza, specialmente se anticipata.

  • Rientro difficoltoso: orari rigidi, carenza di flessibilità e scarso supporto possono rendere complicato il ritorno al lavoro dopo il congedo.

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Lo sai?

Le docenti con contratto a tempo determinato hanno pieno diritto alla maternità anticipata fin dal primo giorno di incarico.
Il lavoro di insegnante è infatti considerato “a rischio” ai sensi del D.Lgs. 151/2001. Questo dà diritto, in presenza di gravidanza, a richiedere l’astensione anticipata per tutta la durata del contratto.
Nonostante la normativa sia chiara, alcune docenti supplenti segnalano difficoltà burocratiche, mancanza di supporto e il timore di non essere più richiamate. In questi casi è fondamentale informarsi correttamente e, se necessario, rivolgersi a sindacati o patronati per far valere i propri diritti.

Cosa si potrebbe migliorare

Per sostenere davvero i docenti-genitori, servono interventi mirati:

  • Formazione del personale amministrativo: per garantire una corretta applicazione delle tutele a tutti i livelli.

  • Maggiore sensibilizzazione culturale: per superare stereotipi legati alla maternità e paternità nel precariato scolastico.

  • Sistemi più flessibili per il rientro: orari più compatibili con la vita familiare e accesso a servizi di supporto.

  • Comunicazione più chiara sui diritti: anche attraverso strumenti digitali semplici e accessibili.

Diventare genitori non dovrebbe mai essere vissuto come un ostacolo nel proprio percorso lavorativo, tanto meno nel mondo della scuola. Eppure, per molti insegnanti precari, è ancora così. Dare voce a queste criticità significa contribuire a costruire una scuola più giusta, dove il diritto alla genitorialità sia pienamente riconosciuto, rispettato e tutelato.


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