Roma, il metodo del Liceo senza voti: “Così combattiamo lo stress e garantiamo entusiasmo e collaborazione”.

di: William Marzi - 30/12/2022

Un liceo senza voti è possibile e ci sono diversi esempi italiani a dimostrarlo, il più famoso è quello del Liceo Morgagni di Roma, che sta facendo parlare di sé a livello nazionale.

Questa nuova modalità educativa si fonda anche su pareri scientifici, come quello di Daniela Lucangeli (neuroscienziata e docente universitaria) che ha spiegato come i cittadini italiani subiscano il massimo dello stresso proprio in età scolare, mentre questo diminuisce in età lavorativa.

La curva ansiogena italiana non ha eguali in Europa e per Lucangeli la colpa è tutta di una “scuola italiana che inculca paura e colpa”.

Nel nostro sistema scolastico, intanto, la valutazione numerica alle scuole elementari è già stata rimossa dal gennaio del 2021. Al suo posto un più approfondito giudizio diviso in livelli: in via di prima acquisizione, base, intermedio, avanzato.

Ma come è stato possibile per il Liceo Morgagni sostituire i voti anche nell’ultimo stadio della scuola dell’obbligo?

La svolta pro-entusiasmo del Morgagni

La storia del cambiamento didattico è partita da un professore di matematica e fisica, Enzo Arte, che ha deciso di provare nuove modalità d’insegnamento dopo una visita al museo della Scienza.

“I ragazzi erano entusiasti dell’uscita ma quando ho chiesto loro di redigere una relazione, una studentessa ha sbottato. Sognava quell’uscita da mesi e quel compito le avrebbe tolto l’entusiasmo” ha spiegato al Corriere della Sera “Con quel report i ragazzi non avrebbero più vissuto l’esperienza con gli occhi della curiosità”.

Così è partita l’idea del liceo senza valutazioni che, dopo una sperimentazione iniziale su una sola classe, è diventato una realtà e prosegue da ben sette anni, avendo già portato al diploma due classi interamente formate con il nuovo metodo.

“Non tutti nel collegio docenti erano convinti – prosegue il prof Arte - Togliendo i voti si capovolge il ruolo del docente che deve coinvolgere e motivare tantissimo. La preside però mi ha appoggiato e siamo partiti”.

I problemi all’inizio si sono verificati anche con le famiglie. Non tutti i genitori erano d’accordo e qualcuno ha portato via il figlio. Altri hanno avanzato dubbi ma si sono ricreduti quando hanno visto i ragazzi che venivano a scuola con il sorriso”.

I dettagli del metodo

Gli studenti coinvolti nel nuovo metodo vengono comunque interrogati e sottoposti a verifiche. I giudizi però non sono mai espressi numericamente. Gli studenti sono invece portati a capire come e quanto hanno studiato e cosa possono fare per migliorarsi.

Per dovere istituzionale, una valutazione viene data alla fine di ogni quadrimestre ma prima è condivisa e discussa in classe per evitare che "qualcuno ci rimanga male".

Alla base del progetto formativo c’è la collaborazione tra studenti, coinvolti in attività di gruppo e di cooperative learning che li porta ad interagire di più tra loro, in classe e a casa. La definizione ufficiale è infatti quella di “Scuola delle relazioni e delle responsabilità".

“Sono convinto che i nostri studenti raggiungano lo stesso livello culturale degli altri, ma con questo metodo maturano competenze trasversali che altri non hanno, come il lavoro in team e l’autonomia. Nel mondo del lavoro e all’Università servono tantissimo” ha spiegato Enzo Arte.

L’analisi dell’Università La Sapienza

Il Liceo Morgagni è diventato un caso di studio per il corso di Pedagogia sperimentale dell’Università La Sapienza. Sono monitorati pregi e difetti del metodo e, qualora dovessero essere indiscutibilmente superiori i primi, non è da escludere che venga adottato anche da altri istituti.

Anche dalla parte degli studenti, c'è soddisfazione per aver fatto parte della scuola. Gianluca Petrassi e Ariana Chihai sono stati portati alla maturità con questo metodo e sono ora iscritti al primo anno di università, rispettivamente in Economia e Commercio e Scienze Naturali.

“Con le interrogazioni programmate esponevamo al meglio e davamo sempre il massimo. Il rapporto con i prof e stato proficuo e non c’erano paure a comunicare. Oggi poi, quei lavori di gruppo ci sono tornati utili, perché siamo già impostati rispetto ad altri” sono le loro parole d’entusiasmo.

II liceo agrario con autovalutazioni

Quello del Morgagni non è un caso isolato in Italia e anche alcuni istituti tecnici si stanno muovendo nella stessa direzione, come l’istituto agrario Cecchi di Pesaro.

Gli studenti qui non ricevono più votazioni nei primi due anni del loro percorso, ma effettuano soltanto autovalutazioni. La valutazione della scuola arriverà solamente al termine dei primi due anni, in cui le ore di materie pratiche sono state intensificate.

Per il dirigente dell’istituto Riccardo Rossini, questa modalità rivoluzionaria è la soluzione ideale per combattere la dispersione scolastica.

Se sarà davvero il metodo giusto per combattere l’alto tasso di studenti che lasciano la scuola è presto per scoprirlo. Intanto, in un sondaggio del sito tecnicadellascuola.it, due docenti su tre si sono dimostrati contrari alla rimozione del voto numerico nella scuola secondaria. Di contro, otto studenti su dieci si sono mostrati favorevoli.