Le iniziali previsioni ottimistiche sull'addio alla mascherina a scuola sono state smentite dal Comitato Tecnico Scientifico: a settembre si tornerà infatti a scuola con la mascherina e rispettando il distanziamento.
Data inoltre l'incertezza dello scenario epidemiologico vanno individuate già da ora le misure da applicare per gli istituti a seconda che si trovino in zona bianca, gialla, arancione o rossa. È questa la risposta del Comitato tecnico scientifico ad una serie di quesiti posti dal ministero dell'Istruzione per programmare l'inizio del prossimo anno scolastico. Le questioni relative alla scuola sono state discusse nella riunione del 25 giugno scorso al termine della quale gli esperti hanno sottolineato che: "le misure da applicare per l'inizio dell'anno scolastico 2021-2022 dovrebbero essere le stesse previste all'inizio del precedente anno scolastico".
Il Cts ricorda che molto probabilmente le vaccinazioni porteranno ad una riduzione della diffusione del virus e che l'immunizzazione del personale scolastico (che ad oggi è al 73% del totale) ridurrà ulteriormente i contagi nelle scuole.
Nonostante questo per ora non è possibile, dicono gli esperti, prevedere quanti minori saranno stati vaccinati a settembre. Nel parere, infine, il Cts ritiene "non plausibile" l'utilizzo del green pass in ambito scolastico: per questioni di privacy e perché non esiste l'obbligo vaccinale.
Ordine dei Medici: "affrettarsi coi vaccini prima di inizio scuola"
"Se finora poteva essere anche accettato un atteggiamento di prudenza riguardo al vaccino facendo un rapporto costo-beneficio, e si poteva in qualche maniera pensare di aspettare e vedere l'evoluzione, il quadro epidemiologico, con la variante Delta, che abbiamo di fronte porta in qualche maniera come consiglio di affrettarsi a fare la vaccinazione prima dell'inizio della scuola". Così ha dichiarato all'Ansa il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo) Filippo Anelli sulla vaccinazione degli adolescenti. Mentre per una spinta tra gli over 60 serve ora superare gli hub e coinvolgere "i medici di base".
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