Frequenza dell’ora di religione in crollo, i vescovi scrivono alle famiglie: «Noi formiamo coscienze mature»

di: William Marzi - 29/11/2022

Le famiglie italiane che allontanano i propri figli dall’insegnamento della religione cattolica in Italia sono sempre di più.

Nell’anno scolastico 2020/21, secondo i dati riportati dall’Uaar (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti), su 7.214.045 studenti frequentanti le scuole statali, 1.014.841 non si sono avvalsi dell’ora di religione, ovvero il 14,07%.

Una percentuale in crescita rispetto al 2019/20 (13,53%) e al 2018/19 (12,90%).

Altri dati. La scelta di non frequentare religione cresce con l’età: scuole dell’infanzia 10,59%; scuole primarie 10,20%; scuole secondarie di primo grado 12,73%; scuole superiori 19,76%. 

Tra le scuole superiori, il tasso è più alto negli istituti tecnici e professionali (rispettivamente 22,76% e 23,49%) che nei licei (16,05%), con l’eccezione dei licei artistici che vantano il record del 28,44%.

La lettera dei Vescovi veneti

Tutti questi dati sono ovviamente in mano anche al mondo ecclesiastico italiano, ed è per questo che qualcuno si sta muovendo.

Come riporta il Corriere del Veneto, infatti, i vescovi della Conferenza Episcopale del Triveneto hanno scritto una lettera indirizzata a studenti e genitori, in vista delle prossime iscrizioni.

Abbiamo la fiducia e la speranza che tutti possiate considerare l’insegnamento di religione cattolica un aiuto e un sostegno – scrivono - Scegliere di avvalersi di uno spazio formativo come questo, è oggi importante per i ragazzi e i giovani poiché offre l’opportunità di approfondire la ricchezza culturale della fede cristiana e cattolica, del suo rapporto con le altre religioni e con i contesti di vita odierni.

“Riteniamo sia utile per favorire negli alunni la maturazione di identità libere, responsabili e aperte alle domande di senso a partire da un’approfondita conoscenza di Gesù Cristo e a formare coscienze morali mature, capaci di interazione e di dialogo con tutti”.

Intervenuta sul tema, la direttrice dell’ufficio scolastico regionale Carmela Palumbo, ha spiegato come per lei “le famiglie non vedano più l’insegnamento della religione cattolica come quel percorso obbligato che era fino a qualche anno fa. Oggi sta diventando un’opzione e una scelta consapevole”.